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L'ACQUA MARINA

L'acqua marina differisce dalla dolce per il contenuto di sali, che è molto superiore; varia secondo le zone di provenienza e va dal 2 al 4%. Zone di mare con grande afflusso di acque dolci, come certe lagune o le foci dei grandi fiumi, hanno uno scarso contenuto salino, si parla allora di acque salmastre. In oceanografia si intende per salinità il composto di prodotti chimici sciolti nell'acqua. In pieno oceano l'acqua contiene in media il 3,5% di sali, ciò significa che in un litro d'acqua marina, corrispondente ad un chilogrammo, 35 grammi sono costituiti da sali; di questi l'88,6% è costituito da cloruri, il 10,8% da solfati e lo 0,6% da carbonati, bromuri, etc... Gli oligoelementi*, costituiscono poi il restante 1% delle sostanze disciolte nell'acqua. La salinità dell'Atlantico e del Pacifico oscilla tra il 3,4 ed il 3,5%; nei mari chiusi con scarso apporto di acqua dolce è notevolmente superiore, ad esempio nel Mediterraneo sale al 3,7% e nel Mar Rosso supera addirittura il 4,1%. Nei mari chiusi con grande apporto di acqua dolce, come ad esempio nel Mar Nero oscilla tra l'1,5 e l'1,8%. Quando si allestisce un acquario marino, è necessario prestare molta attenzione alla provenienza dei pesci, in modo da creare un'acqua con caratteristiche adatte per la loro vita. Per disporre dell'acqua adatta ad un acquario marino. ci sono tre possibilità:
1) Ci si procura vera acqua di mare, procedimento costoso e poco redditizio, molte volte anche pericoloso a causa dell'inquinamento dei nostri mari. (Da ricordare anche che la legge italiana vieta il prelievo di acqua marina senza le autorizzazioni per i vari casi previsti.) Esistono comunque grandi acquari pubblici che vengono riforniti da navi cisterne o che sono direttamente collegati al mare da cui prelevano l'acqua necessaria.
2) Si scioglie nell'acqua una miscela di sali già pronta, questa contiene tutti gli elementi presenti nell'acqua di mare, compresi gli oligoelementi. Oggi costituisce il miglior prodotto a disposizione degli acquariofili. Come per l'acqua dolce anche per l'acqua marina si devono esaminare alcune caratteristiche. Di grande importanza è la densità, ovvero la sua concentrazione di sali; per pesci ed animali tropicali è di 1022 - 1024 misurata alla temperatura di 25°C, per quelli mediterranei è di 1026 - 1028 ad una temperatura di 17 -20°C. La densità è in rapporto diretto alla temperatura, minore è la temperatura, maggiore è la densità e viceversa. Bisogna tenere presente che, per ogni sei gradi di temperatura in meno la densità aumenta di un grado. Molto importante è anche il valore del pH, quello ideale per un acquario marino tra 8,2 ed 8,5, cioè alcalino, mentre i valori estremi per la vita dei pesci sono compresi tra 7,5 e 9,5, ma alla lunga un valore prossimo agli estremi di questo intervallo può rivelarsi letale.



LA VASCA


La maggior parte delle vasche sono realizzate in cristallo Float che a tutt'oggi è il materiale più adatto sia per le caratteristiche fisiche e chimiche che per quelle prestazionali. Le incollature sono quasi tutte in silicone acetico mentre i giunti possono essere realizzati in vari modi: Incollaggi testa a testa, incollaggi a 45° etc...

TABELLA SPESSORI CRISTALLO NORMALE PER ACQUARI CON PROPORZIONI STANDARD

H
40
50
60
70
80
L 70
6
8
10
10
12
80
6
8
10
10
12
90
8
10
10
12
12
100
8
10
10
12
12
110
10
10
10
12
15
120
10
12
12
15
15




IMPIANTI DI FILTRAGGIO


Considerazioni generali.

  Dal punto di vista linguistico l'uso della parola filtraggio non è del tutto appropriato. Il termine più adatto per indicare questo processo che si svolge in un acquario è filtrazione. Con questa parola usiamo indicare il mezzo tecnico con il quale si ottiene una separazione delle sostanze solide dall'acqua. Non è altrettanto esatto parlare di filtrazione, ad esempio quando si usa un cosiddetto filtro biologico dove le sostanze disciolte nell'acqua non sono trattenute da un mezzo meccanico, ma vengono trasformate batteriologicamente. In considerazione del fatto che la parola filtraggio è diventata di uso comune in acquariofilia ed anche perché questa parola, più genericamente di filtrazione, indica tutti i processi di trattamento dell'acqua, continuerò ad usarla al contrario di alcuni testi tecnico-scientifici, quando mi riferirò all'uso di un filtro o di materiali filtranti di qualsiasi genere essi siano nell'ambiente dell'acquario. Al contrario di quanto può sembrare, non è semplice spiegare cosa sia un filtro. Può essere un filtro anche la rete di un pescatore che attraversando l'acqua trattiene i pesci, così come lo sono dei piccoli pezzi di ceramica porosa che riescono a filtrare i batteri. Una rete, un pezzo di stoffa uno strato di ghiaia od un batuffolo di cotone possono essere dei filtri che si differenziano l'uno dall'altro per la grandezza delle particelle che possono trattenere. In natura esistono innumerevoli sistemi di filtraggio che molto spesso agiscono senza che l'uomo se ne accorga, come il letto di sabbia di un fiume o una falda freatica o come la membrana osmotica di una cellula di un essere vivente. In acquaristica si intende per filtraggio un processo che tramite un mezzo meccanico, permette di eliminare dall'acqua tutte quelle sostanze che portano all'inquinamento di questa rendendola, dopo un certo tempo più o meno lungo, inadatta alla vita dei pesci e delle piante. In uno qualunque degli acquari domestici i processi chimici e biologici si differenziano in modo sostanziale da quello che avviene in natura. Lo spazio vitale degli animali allevati è in relazione alla capacità della vasca, che logicamente è infinitamente che in natura; da ciò ne deriva un elevato carico di sostanze organiche nell'acqua dell'acquario il che non permette una decomposizione spontanea naturale e conseguentemente una auto pulitura dell'acqua. Teoricamente sarebbe possibile far funzionare un acquario senza mezzi meccanici cercando dio sfruttare al massimo le capacità di decomposizione dei batteri che naturalmente si insediano nel fondo della vasca. Le sostanze organiche presenti nell'acqua verrebbero trasformate in sostanze inorganiche e quindi sarebbero assorbite dalle alghe che vivono nell'acquario. Questo è però un discorso realizzabile solo sulla carta, dato che richiederebbe un acquario che, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista pratico, poco avrebbe in comune con l'acquario che di solito teniamo in casa, soprattutto se si considera che il numero dei pesci dovrebbe essere assai limitato (molto approssimativamente si può dire che per ogni centimetro di lunghezza dei pesci ci vogliono almeno 20 - 30 litri d'acqua). Quindi dobbiamo escludere la possibilità di un "equilibrio biologico" che ci permetterebbe di fare a meno dei mezzi meccanici per il filtraggio. L'acqua di un acquario domestico tende sempre verso un basso potenziale redox, da ciò ne deriva una serie di fattori negativi e quindi per aumentare il potenziale redox è necessario ricorrere a mezzi tecnici che permettono di creare un equilibrio artificiale. Il filtro nell'acquario ha anche il compito di trattenere le particelle solide in sospensione nell'acqua, come: frammenti di piante, pezzetti di cibo non mangiati etc..., e quindi renderla limpida, ma questo è solo un effetto collaterale del filtraggio in un acquario e dal punto di vista della sopravvivenza dei pesci non è affatto il compito principale. Molto più importante, soprattutto dal punto di vista degli animali, è l'eliminazione delle sostanze che sono quasi o del tutto invisibili. Senza un mezzo di filtraggio non sarà mai possibile far funzionare un acquario e, nonostante l'impiego di un filtro, sarà sempre necessario effettuare un piccolo parziale cambio dell'acqua contenuta nella vasca. Non si può fare a meno di questo cambio parziale (circa 1/3 dell'acqua contenuta nella vasca una volta ogni trenta giorni), perché solo con impianti molto complessi e con materiali speciali, come per esempio nei grandi impianti di filtraggio presenti negli stabilimenti di stabulazione mitili, si possono eliminare quasi al 100% tutte le sostanze organiche e soprattutto inorganiche, che in un modo o nell'altro si accumulano nell'acqua dell'acquario o nel filtro stesso. Anche con il miglior filtraggio, rimane qualche sostanza residua (si tratta soprattutto di nitrati) che accumulandosi diventa pericolosa per i pesci. Queste sostanze residue, in linea di massima, non portano alla morte immediata dei pesci, dapprima si presentano degli effetti particolari, come ad esempio: sbiadimento dei colori, blocco della crescita, mancanza di riproduzione, rifiuto del cibo etc...ed a lungo termine, non si può, però, quantificare il tempo necessario, provocano morie.









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